giovedì 31 luglio 2014

Harley-Davidson: nuova veste per il sito Assicuriamolatuapassione.it

Dalla navigazione del portale alla realizzazione di un preventivo personalizzato, fino all’acquisto finale dello stesso, l’esperienza HARLEY | RIDER PROTECTION sarà ancora più immediata, intuitiva e semplice.
Oltre a presentare una grafica totalmente nuova, evocativa dei tradizionali valori Harley-Davidson come epicità, piacere on the road e passione, il sito è stato sviluppato per consentire la miglior navigazione da tutti i nuovi dispositivi, inclusi smartphone e tablet.

L’esplorazione del portale e la sua fruizione sono state ottimizzate
, riducendo il tempo e gli step necessari per accedere al preventivo e ottenere quello più adatto alle proprie esigenze. I visitatori sono sempre più partecipi nella compilazione sintetica dei dati, nella scelta del servizio e nelle sue possibilità di personalizzazione.
Tutte le informazioni sono state organizzate in modo più efficace e sono fruibili con la massima semplicità e trasparenza, tra queste anche gli approfondimenti in merito alle garanzie offerte che sono state suddivise in tre sezioni principali Responsabilità Civile, Furto e Incendio e Minkasko.
Da ora è anche possibile pagare la propria assicurazione con carta di credito, per facilitare l'acquisto della polizza e velocizzare la ricezione del certificato di circolazione.

Restano invariate le garanzie e le condizioni HARLEY | RIDER PROTECTION:
• Furto e Incendio - tariffe convenienti con possibilità di avere scoperto zero per un rimborso completo senza franchigia. In caso di furto nei primi 6 mesi verrà anche rimborsato l'intero valore di acquisto della moto e degli accessori stabilmente fissati.
• Responsabilità Civile - copertura studiata appositamente per Harley-Davidson, a tariffa fissa, senza bonus-malus e con massimale di € 6.000.000.
• Possibilità di integrare garanzie extra come infortuni del conducente, tutela legale, assistenza stradale e copertura minikasko.

La formula assicurativa HARLEY | RIDER PROTECTION riservata a tuti i possessori di moto Harley-Davidson, è distribuita in esclusiva in Italia da Parodi & Tigani in collaborazione con la Compagnia RSA, gruppo assicurativo britannico autorizzato e regolato dalle Autorità competenti.
Moto.it

Foto spia: Harley-Davidson Road Glide 2015

La revisione della gamma Harley-Davidson 2014, incentrata sul Project Rushmore che ha introdotto il primo propulsore raffreddato a liquido su modelli pre-esistenti (non contiamo la V-Rod, nata come progetto a sé stante e mal tollerata da molti fan della Casa di Milwaukee) ha visto la notevole assenza della Road Glide. Una circolare inviata ai concessionari statunitensi, intercettata dalla stampa d'oltreoceano, confermava però la sua reintroduzione per il 2015.


Possiamo confermare il ritorno in gamma del modello grazie alle foto spia pubblicate dallo statunitense Motorcycle.com. La Road Glide 2015 monterà il propulsore Twin Cam 103 (e non il Twin-Cooled con raffreddamento misto aria/liquido delle altre Rushmore) e difficilmente quindi presenterà differenze prestazionali rispetto al modello precedente. Saranno invece presenti l'ABS e il sistema di frenata combinata "Reflex", nonché il nuovo avantreno con forcella rivista e cerchio da 19" al posto del precedente 18".
Differenze anche per le sovrastrutture, che pur mantenendo la caratteristica foggia delle Road Glide, sono caratterizzate da un cupolino con proiettori a LED carenati e tre prese d'aria (due laterali e una fra carenatura e plexiglas) presumibilmente apribili dal pilota per regolare il flusso dell'aria sul pilota e ridurre le turbolenze in velocità.
Moto.it

La 17esima edizione dell’European Bike Week, il più grande raduno d’Europa, si svolgerà dal 2 al 7 settembre sulle sponde del Lago di Faak, in Carinzia. Con molte Harley-Davidson ma non solo

La 17esima edizione dell’European Bike Week, il più grande raduno d’Europa che vanta la partecipazione ogni anno di oltre 70.000 moto tra cui migliaia di Harley-Davidson, si svolgerà dal 2 al 7 settembre prossimi. Organizzato sulle sponde dello splendido Lago di Faak, nella regione carinziana di Villach a pochi chilometri dal confine italiano di Tarvisio, è un appuntamento ormai fisso per tutti gli appassionati dei motori su due ruote. Ma non solo. Ogni anno sempre più curiosi scelgono di passare una giornata diversa e di godere del fascino di quelle che sono, da sempre, un simbolo del sogno americano.
Per l’occasione sarà organizzato un vero e proprio Harley Village, pensato per i veri motociclisti, dove diversi stand presenteranno nuovi modelli, pezzi di ricambio, accessori e capi d’abbigliamento. Anche quest’anno presente un ampio il tendone espositivo, il Fit Shop, concessionarie H-D e diversi commercianti, oltre all’area Customizer che riscuote sempre un grande successo tra gli appassionati. 
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Il lago Faak con il villaggio dei biker
In occasione del Custom Bike Show decine e decine delle più belle creazioni custom provenienti da tutta Europa e non solo. Nella Motodrom Area sarà inoltre fornito un servizio assistenza – per tutta la durata della Bike Week - per tutti gli ospiti e i visitatori. Naturalmente non mancheranno zone ristoro che offriranno specialità locali e internazionali, per soddisfare ogni tipo di gusto e palato. Grande l’intrattenimento con concerti e spettacoli musicali fino a tarda sera, durante i quali band provenienti da Austria, Regno Unito, Germania, Italia e altri paesi, allieteranno i partecipanti con i loro pezzi migliori. 
A chiudere l’edizione 2014 della European Bike Week, la parata di sabato 6 settembre con partenza alle ore 12.00. Oltre 25.000 le motociclette attese che partiranno da Faaker See a Firkenstein, attraversando il centro di Villach fino a Ossiach, tutto attorno a Ossiacher See fino a Rosseg e di ritorno a Faaker See.  Sono previsti numerosi autobus navetta speciali e taxi ufficiali a tariffe fisse, che circoleranno attorno al lago per poter raggiungere la manifestazione.
Moto.it

sabato 26 luglio 2014

Avengers – Age of Ultron: nuovi concept art poster e la moto di Vedova Nera – SDCC 2014. Il film uscirà nel 2015

Dal Comic-Con di San Diego la Harley Davidson di Vedova Nera:
Avengers

Marisa Miller posa per Harley Davidson (foto)

La modella americana Marisa Miller, durante la sua vita, ha avuto una gloriosissima carriera, anche perchè è un “angelo” dell’agenzia di moda “Victoria’s Secret“. Nelle ultime ore, la top model è stata ingaggiata dalla “Harley Davidson” per alcuni scatti per la campagna di sostegno per i soldati americani.
Ricevuta la chiamata, la Miller ha lasciato alcune dichiarazioni, in cui diceva: “Sono onorata di sostenere i coraggiosi uomini e donne che tengono libero il nostro Paese. Mio nonno è un veterano, e ho avuto l’opportunità unica di incontrare uomini e donne in servizio durante i miei recenti viaggi.
I militari occupano un posto speciale nel mio cuore. Mi auguro che altri americani si uniranno a me nel salutare i veri eroi della vita durante il mese di novembre”. 
spaziogossip.com
 

Il tre ruote secondo Harley-Davidson

di Gianluigi Guiotto - giornalemotori.it
Si chiama Tri Glide Ultra Classic il trike del marchio americano. Ora è omologato anche per circolare nel nostro Paese. 

Harley-Davidson Tri Glide Ultra Classic. Il trike è in vendita con un prezzo da 36.800 euro che comprende pre-consegna, immatricolazione, pieno di benzina, 24 mesi di garanzia, 12 mesi di iscrizione H.O.G., che include un anno di soccorso stradale in tutta Europa e welcome kit.

Negli Usa il tre ruote H-D nasce per fini lavorativi; nel 1932 Harley-Davidson iniziò la produzione del motocarro Harley-Davidson Servi-Car, mezzo che restò in servizio fino al 1973: poteva essere trainato dietro a una automobile durante la consegna finale all’acquirente; una volta consegnata la vettura il conducente staccava il Servi-Car e tornava all’officina. Ma il Servi-Car divenne popolare anche tra commercianti e artigiani, e perfino come mezzo della Polizia (alcuni dipartimenti lo usarono fino gli anni 90).
NUOVO ARRIVO… DI PESO. Oggi il nuovo tre ruote Tri Glide Ultra Classic si avvale, come tutta la nuova gamma Touring 2014, delle innovazioni legate al Project Rushmore: si tratta di una serie di migliorie tecnologiche, oltre a dettagli di stile e comfort. Partiamo dalla ciclistica: la forcella da 49 mm ha un angolo di sterzo maggiorato e un nuovo ammortizzatore per gestire al meglio le forze sterzanti e il peso non indifferente di un veicolo a tre ruote (560 kg in ordine di marcia). La trasmissione finale alle due ruote posteriori è a cinghia, ed è presente un differenziale.
Il Tri Glide Ultra Classic monta un cerchio anteriore da 17″ Impeller in lega di alluminio, a 10 razze; al posteriore c’è una coppia di cerchi Impeller da 16”. I nuovi dischi freno (doppio disco da 300 mm davanti, due da 270 mm sulle ruote posteriori) sono stati progettati per accentuare il look custom e i parafanghi sono più slanciati. Quanto alla sicurezza, i nuovi doppi fari e fendinebbia alogeni a Led Daymaker offrono un fascio di luce di maggiore profondità ed ampiezza (il grande faro anteriore centrale è coperto per esigenze d’immatricolazione). Particolare dell’impianto frenante: quando si preme il freno posteriore a pedale, si aziona anche l’anteriore per fornire la massima potenza.
VADO AL MASSIMO (COMFORT). La carenatura ospita un’apertura SplitStream sotto il parabrezza che regola il flusso d’aria riducendo le turbolenze. Inoltre, sella passeggero, braccioli e schienale sono stati ridisegnati rispetto ai precedenti Touring per garantire ancor più comfort. La capacità di carico è uno dei punti di forza di questo modello con i suoi 190 litri totali, tra borsa posteriore e Tour-Pak (il bauletto alle spalle del passeggero).
Nelle manovre è d’aiuto la retromarcia elettrica che si azione con un pulsante al manubrio, mettendo in folle e premendo la frizione. In sosta, meglio azionare il freno di stazionamento, un pedale posto dietro la pedana sinistra. E, chicca da automobilisti, c’è il cruise control (di serie).
MOTORE MUSCOLOSO. Il Trike H-D monta un motore Twin-Cooled High Output Twin Cam 103 (1.690 cc) potenziato  con una coppia di 138 Nm a 3.750 giri; il raffreddamento accoppiato raffredda le teste del V-Twin, per dare sollievo nell’uso durante le giornate più calde. Un rapporto di compressione maggiore aumenta l’efficienza e la potenza. Il nuovo airbox incrementa il flusso d’aria e il diagramma di distribuzione ottimizza la coppia a bassi regimi e riduce il calore percepito dal motociclista. Il cambio è a sei marce.
SU STRADA. In sella al trike H-D la sensazione è di stare in poltrona: seduta comoda con un supporto lombare efficace, manubrio comodo da impugnare con un’angolazione delle braccia naturale; anche il passeggero, in posizione leggermente rialzata, siede da re, con propri comandi del volume del sistema d’infotainment. Quest’ultimo è quello che colpisce di primo acchito: il nuovo sistema d’infotainment Boom! Box 6.5GT ha un ampio schermo a colori touch-screen (funziona anche con i guanti), e incorpora radio, connettività Bluetooth, riconoscimento vocale, tecnologia TTS (text-to-speech), navigatore e supporto per comunicazioni intercom e CB “moto to moto”.
Il suono è diffuso da altoparlanti da 2,5’’ montati sull’anteriore e sul posteriore in alloggiamenti incorporati, sigillati e appositamente regolati.
Il volume è modulato in base alla velocità e variano di conseguenza anche i livelli dei bassi: anche a velocità autostradale si sente bene, anche grazie al riparo offerto dal parabrezza che copre anche i piloti più alti. La guida, ovviamente, è lontana da quella motociclistica: in rettilineo il trike è molto stabile e comodo, in curva bisogna agire con forza sul manubrio per impostare le curve e tenere l’anteriore in percorrenza: il test, che ha compreso anche tratti con tornanti, ha messo alla prova le braccia. Per il resto, bastano pochi chilometri per prendere confidenza con il trike H-D; l’unica accortezza è prestare attenzione alle dimensioni del posteriore: con un manubrio in mano si rischia di dimenticare che la carreggiata posteriore è di 139 cm.
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Avengers Age of Ultron: Vedova Nera a cavallo della Harley Davidson elettrica (video)

L’Harley Davidson ha scelto il Comic Con di San Diego e una testimonial d’eccezione per lanciare il suo Project Livewire: The Experience Tour. Di seguito nella gallery vedete una foto della Vedova Nera a cavallo della Harley Davidson elettrica (con tanto di scudo di Cap per coprire quella che sicuramente è una controfigura e non la bella Scarlett Johansson), mentre guida in una scena di Avengers Age of Ultron. A seguire trovate lo spot della popolarissima due ruote.
Ricordiamo che nel cast Avengers Age of Ultron sono presenti Robert Downey Jr., Chris Evans, Mark Ruffalo, Chris Hemsworth, Scarlett Johansson, Cobie Smulders, Jeremy Renner, Aaron Taylor-Johnson, Elizabeth Olsen oltre a Paul Bettany, Samuel L. Jackson e James Spader. Il terzo capitolo del franchise di Avengers è scritto e diretto, come sempre, da Joss Whedon. Le riprese hanno avuto luogo inizialmente agli Shepperton Studios (Surrey,Inghilterra), ma in seguito sono state effettute delle riprese aggiuntive in Italia, Korea e in varie parti dell’Inghilterra.
L’uscita del film nelle sale cinematografiche è prevista per il primo maggio 2015.

venerdì 25 luglio 2014

Se i rocker amavano passare la giornata nelle officine con le loro Harley Davidson

di Giuliana Matarrese - Panorama 
Sono passati cinquant'anni dagli scontri sulle spiagge inglesi di Brighton, Clacton e Margate, ma mod e rocker continuano a darsi battaglia: la sfida si è solo spostata sulle passerelle del prossimo inverno. Modalità più soft per mettere in scena lo stesso antagonismo che li anima da sempre. 
Generi musicali, icone di riferimento, persino i mezzi di trasporto: le due culture giovanili che hanno maggiormente segnato la storia recente non hanno mai condiviso nulla, tranne la reciproca ostilità. Se i rocker amavano passare la giornata nelle officine con le loro Harley Davidson, nella fedele riproposizione del Selvaggio Marlon Brando, uno dei loro padri putativi, i mod hanno sempre preferito spostarsi sugli scooter, rigorosamente italiani, Lambretta e Vespa su tutti, in direzione di qualche club dove ascoltare soul, ska, jazz, senza lesinare sulla sperimentazione anche in fatto di droghe, come racconta Quadrophenia, il più famoso film divenuto manifesto del movimento, con musiche degli Who, esponenti di spicco della cultura mod, il chitarrista Pete Townshend su tutti.
Lo stile merita un capitolo a parte: ruvidi e scarmigliati, i rocker hanno da sempre eletto biker e jeans sdruciti a loro divisa d'ordinanza, irridendo la maniacalità dei mod, edonisti e narcisi nei loro completi sartoriali realizzati a Savile Row, o ancor meglio in Italia, che proteggevano con cura durante i viaggi in moto, indossando il parka. Uno stile, il loro, regolato da un codice non scritto ma rigoroso, conditio sine qua non per entrare nei club più famosi. Proibite le giacche che non abbiano tre bottoni, completi declinati su nuance inglesi come grigio, marrone e nero, Oxford come scarpe d'ordinanza, da alternare ai desert boots o a delle stringate in vernice Doc Martens per le occasioni più casual, corredate da calzini in filo di Scozia in colori d'impatto e a motivi grafici. Casual per loro ha sempre significato polo, maglioni in cachemire e camicie button-down dalle micro-stampe geometriche o check.
Una rivalità che per il prossimo inverno si ripropone in passerella, con Gucci e Saint Laurent che fanno da capofila per le due fazioni: se da Gucci i completi slim-fit hanno volumi sartoriali e consapevoli, colorati di nuance pastello che ravvivano l'arcobaleno cromatico originale del guardaroba Mod, la griffe francese fa sfilare navigate rock star, che ostentano con sicurezza tutto il classico repertorio che ci si aspetta, giacche di lustrini, stampe animalier, pantaloni in pelle e bandane.
Berluti resta fedele alla tradizione, colorando i tre pezzi uber-chic in gradazioni profonde e d'impatto, marrone e terra di Siena bruciata. Dall'altra parte della barricata, Paul Smith prende ispirazione dal Re Lucertola, il rocker dall'aura leggendaria Jim Morrison, disegnando una collezione che mixa i grandi classici con richiami seventies, come le casacche paisley amate dall'artista di Melbourne.
Infine Dior Homme rispolvera una delle regole basilari del dress-code Mod, facendo indossare al suo uomo completi gessati comme de rigeur, protetti da parka; John Varvatos, di contro, prende spunto dai Kiss, anche nuovi testimonial del marchio, nel tratteggiare i contorni di rocker che, seppur eruditi sul piacere di un tre pezzi dalle proporzioni perfette, non rinunciano ai loro immancabili biker.

Leonardo Di Caprio ha aperto l'asta mettendo in vendita la propria Harley Davidson, firmata da Martin Scorsese e Robert De Niro

Nizza, 24 lug. (TMNews) - Leonardo Di Caprio ha raccolto 25 milioni di dollari (18,5 milioni di euro) per la sua Fondazione che si occupa della salvaguardia degli ultimi siti incontaminati del pianeta nel corso di un galà di beneficenza ieri sera a Saint Tropez, nel sud della Francia, meta estiva del jet set internazionale.

Secondo il comunicato della Fondazione Di Caprio diffuso oggi, la star americana ha aperto la serata lanciando un grido d'allarme: "Non ci sono mai state, dall'epoca dei dinosauri, così tante specie vegetali e animali in così rapida via di estinzione". "Dobbiamo fare degli sforzi per proteggere una biodiversità ricca", ha insistito davanti ai 500 invitati con la mano sul portafogli, riuniti in un domaine vinicolo a Saint-Tropez.

L'attore ha aperto l'asta mettendo in vendita la propria Harley Davidson, firmata da Martin Scorsese e Robert De Niro. Due ingaggi come comparse in uno dei suoi prossimi film hanno fruttato una donazione di 2,4 milioni di dollari.

giovedì 24 luglio 2014

Harley-Davidson Touring, richiamo per 66.400 moto

Da Harley-Davidson arriva una nuova campagna di richiamo USA che riguarda tutti i modelli Touring e CVO in configurazione 2014 venduti. C'è il rischio di bloccaggio della ruota anteriore per 66.400 veicoli


Rischio di bloccaggio per la ruota anteriore 
Harley-Davidson ha annunciato un maxi richiamo per i modelli 2014 della serie Touring e Touring CVO venduti negli Stati Uniti, che corrispondono a oltre 66.400 unità vendute da luglio 2013 a maggio 2014. La casa di Milwaukee ha comunicato un problema abbastanza banale ma che potrebbe portare a conseguenze spiacevoli: il tubo del freno anteriore potrebbe rimanere pinzato fra il serbatoio e la forcella mentre si sterza, questo non rovinerebbe il particolare ma potrebbe causare un inatteso aumento di pressione che potrebbe portare ad un blocco delle pastiglie sul disco con conseguente bloccaggio della ruota anteriore con caduta annessa. Finora la casa i Milwaukee ha individuato 5 casi del genere. Per evitare qualsiasi altro problema, i proprietari che verranno contattati nelle prossime settimane dovranno portare la propria moto presso un concessionario H-D per il lavoro di sostituzione del cavo e di riposizionamento dove non ci sarà alcun rischio. La campagna di richiamo è di quelle importanti e non potrebbe limitarsi alla sola produzione venduta in USA. Le moto vendute in Europa e in Asia, a differenza di qualche piccolo dettaglio, sono del tutto identiche e quindi potrebbero soffrire a loro volta del problema. Si attendono comunicazioni dalla casa madre per scoprire se ci sarà un richiamo anche fuori dai confini degli Stati Uniti. 
- See more at: http://www.insella.it/

Harley-Davidson per grigliate di lusso La collezione 2014 di accessori da cucina


In attesa di partire per le vacanze estive non mancheranno le occasioni per organizzare grigliate, pic nic e brunch domenicali nell’outdoor domestico in compagnia di amici e parenti.
I centauri di casa potranno sfoggiare per l’occasione un kit di lusso in sintonia con la propria passione per le due ruote.
Harley-Davidson stuzzica il palato dei suoi fan con la nuova collezione di articoli per la cucina Harley-Davidson Collectibles Summer 2014.
Vediamo quali sono gli accessori chiave della linea:
Bamboo Salad Bowl
Insalatiera di bambù, materiale rinnovabile e dotato di proprietà antimicrobiche naturali. Personalizzazioni Harley-Davidson sono incise al laser sui bordi. Prima di utilizzarlo, trattarlo con olio minerale e ripetere il trattamento mensilmente per prolungarne la durata. Lavare a mano.
Prezzo al pubblico 56 euro.
Bamboo Cutting Board
Tagliere in bambù, materiale rinnovabile e dotato di proprietà antimicrobiche naturali. Personalizzazioni
Harley-Davidson sono incise su lati. Prima di utilizzarlo, trattarlo con olio minerale e ripetere il trattamento mensilmente per prolungarne la durata. Lavare a mano. Prezzo al pubblico 56 euro.
6-Piece Steak Knife Set and Wooden Block
Metallo al 30%, plastica al 10% e legno al 60%. Ceppo di legno e set di sei coltelli con motivo stilizzato “valvola a farfalla”. Il logo Bar & Shield è inciso al laser in cima a ogni coltello e sul ceppo. Prezzo al pubblico 83 euro.
Wooden Bar & Shield Logo Grilling Tools
Set di tre attrezzi per barbecue: spatola, forchettone e pinza. L’impugnatura è in legno con stampa termica personalizzata Harley-Davidson. Gli articoli sono in acciaio inox con logo Bar & Shield inciso al laser. Le impugnature diventano all’occorrenza un comodo apribottiglie. Lavare a mano. Prezzo al pubblico 83 euro.
Silicone BBQ Mitt
Guanto da barbecue in silicone per l’80% e cotone al 20%. Ricami Harley-Davidson e logo Bar & Shield impresso sul silicone personalizzano questo nuovo accessorio da cucina. Prezzo al pubblico 28 euro.
Set of 4 Grilling Skewers
Set di quattro spiedi in metallo. Il logo Bar & Shield termoresistente è stampato in cima a ogni spiedo. Consigliato il lavaggio a mano. Prezzo al pubblico 28 euro.
Retro Metal Cooler
Replica della leggendaria e intramontabile borsa termica anni ‘50. La struttura è in metallo spesso e di alta qualità, gli angoli sono cromati così come la maniglia e la chiusura. Un apribottiglie con logo Bar & Shield è integrato sul lato. Immancabilile stampe Harley-Davidson. Prezzo al pubblico 208 euro.
#1 Skull Logo Ice Cube Tray
Stampo per ghiaccio in silicone. Consente di creare dieci cubetti di ghiaccio a forma di logo #1 e teschio. Prezzo al pubblico 17 euro.
http://www.luxgallery.it

mercoledì 23 luglio 2014

Harley-Davidson Motorcycle Riding, British Columbia Canada (VIDEO)




Here's a 76 second trailer from our Motorcycle Media Tour with Tourism Kamloops, Cariboo Chilcotin Coast Tourism, Thompson Okanagan Tourism Association, Destination British Columbia, Kamloops Harley Davidson and Kamloops Eaglerider. The full length video will be available at a later date.

Special d'autore: Harley-Davidson Dyna Bullet by Roland Sands (foto)

Dopo lo Street Glide recensito alcuni mesi fa, un’altra Harley-Davidson di Roland Sands. È un Dyna H-D la special d’autore di questa settimana, rubrica dedicata a tutte quelle moto customizzate realizzate da preparatori fama mondiale.

Un customizer come Roland Sands è abituato a passare con disinvoltura dalle moto americane a quelle giapponesi senza tralasciare quelle tedesche ed europee in genere, così come riesce a dedicarsi a opere di diversi stili. Questa volta l’ex pilota di Los Alamitos si dedica a una preparazione su base Dyna Street Bob
La prima preoccupazione del team RSD è quella che riguarda le prestazioni: la moto deve andar bene e forte come il suo look lascia intuire. SI tratta infatti di una customizzazione che si ispira al “club style” californiano.
Per chi non lo sapesse è quello che oggi tutti chiamano impropriamente “stile Sons of Anarchy”, anche se esiste da ben più tempo della nota serie TV. La maggior parte delle moto dei protagonisti è infatti dotata di modifiche come alti T-bar e cupolini di varia foggia, una moda come detto lanciata ben prima dai vari MC 1% americani, che necessitano prima di tutto di moto potenti e veloci ma snelle e con freni e ciclistiche adatte alle prestazioni, con cui fare tante chilometri.
In particolare questo “Dyna Bullet” si ispira agli FXR degli anni Ottanta, moto nate ben prima della famiglia Dyna, introdotta sul mercato nel 1991, di cui appunto la FXR è l’antenata. L’ispirazione a questo modello si nota da alcuni dettagli come i fianchetti, che ricordano quelli montati sui Super Glide di una volta
Lo Street Bob viene rivisto in molti dettagli, a partire dallo spostamento della batteria, che rende la linea più snella nella parte centrale. La carrozzeria viene totalmente riprogettata ed è realizzata in alluminio.
Il codino viene rivestito da uno strato di neoprene che funge da sella e vengono eliminati i supporti del parafango, sostituito dal codino stesso. Anche il paramotore fa parte del “kit”, mentre il serbatoio peanut è derivato da quello offerto nel Vintage kit RSD dedicato ai Softail, modificato per accogliere il trave superiore del telaio Dyna.
All’avantreno la forcella da 49 mm alloggia un cupolino Gauntlet di Memphis Shades, che contribuisce al look “outlaw”, mentre il manubrio, dotato di manopole Traction, è alloggiato su risers dal design inedito. Il resto della ciclistica è quasi tutta proveniente dal catalogo RSD, a partire dai cerchi Raid da 19” e 17” con dischi freno flottanti RSD coordinati, dotati di pinze a PM a 4 pistoncini e pneumatici radiali Dunlop Sportmax 120/70 e 190/55.
Pregevoli come sempre le finiture, che accostano diverse soluzioni estetiche come l’alluminio anodizzato, il carbonio e il nero opaco. Il motore è un altro pezzo forte e viene fornito da Eric Bennett di Bennett's Performance: si tratta di un’unità S&S da 98 mm di alesaggio per 114 mm di corsa, per una cilindrata totale di 1720 cc, dunque poco più dell’attuale Twin Cam 103.
In compenso è dotata di camme 585 e altri pezzi speciali, tra cui anche i coperchi alettati Nostalgia di motore e trasmissione, filtro aria e scarico due in uno RSD Slant, frizione idraulica, trasmissione primaria a secco e finale a catena. Sviluppa oltre 120 CV e più di 162 Nm di coppia, quando il Twin Cam 103 si ferma a 76 CV e 132 Nm, mentre il TC 96 di cui era equipaggiato in origine lo Street Bob si ferma a circa 74 CV e 124 Nm.

Con questa moto Roland Sands parteciperà al prossimo Hot Bike Invitational Bike Build-off, in programma dal 16 al 22 agosto a Joplin, Missouri. Nel frattempo scatena i cavalli del Dyna Bullet sulle strade di Orange County. 


 

Kappa: borse per moto anche Harley Davidson

KAPPA, alle valigie rigide ed alle borse in tessuto, affianca un set di prodotti in pelle per moto stile USA e British: bisacce laterali e borsello da fissare all’anteriore. Scopri i dettagli

Due nuove proposte vintage targate Kappa che troveranno estimatori tra i motociclisti che amano le 'pelle' e più in generale lo stile Custom e Classic ma anche Special, Scrambler ecc. Si tratta di due nuovi prodotti realizzati in pelle di bufalo, che si suo è molto robusta e successivamente trattata con un processo waterproof. Stiamo parlando delle borse laterali modello CU500 e del borsello CU503 che si adatta al frontale della moto.
Borse laterali CU500
Propongono una linea aerodinamica (romboidale), vengono vendute in coppia e dispongono di una chiusura molto sicura, realizzata con doppia fibbia metallica. Lo spazio interno di ogni borsa è pari a 15 litri: uno spazio sufficiente a contenere il bagaglio necessario a passare un weekend in moto, anche in coppia. La modalità di fissaggio delle CU 500 al veicolo è quella classica a bisaccia: le borse sono unite infatti da una larga banda passante, regolabile, che passa sotto (o sopra) la sella. Prezzo al pubblico Coppia borse laterali CU500: 249 euro.

Borsello CU503
Borsa a forma di cilindro con spazio interno di tre litri e mezzo, ottimo per contenere piccoli oggetti (come ad esempio gli accessori necessari per legare la moto in caso di parcheggio). Anche in questo caso la chiusura è a doppia cinghia, con fibbia metallica, impreziosita da rivetti. Ulteriori due cinghe permettono il fissaggio del borsello al manubrio o alla parte alta della forcella ma posizionamenti alternativi si trovano facilmente. Prezzo al pubblico Borsello CU503: 65 euro.

Itinerari rosa Io viaggio da sola...Il vento è cambiato. Harley Davidson, sinonimo di ribellione e voglia di libertà

Le donne, il mondo se ne sta accorgendo, hanno voglia di andare lontano e accelerano sull'indipendenza. Sono sempre più numerose quelle che scavalcano le barriere culturali e partono per soddisfare la curiosità di conoscere, attraverso il mondo, chi sono veramente. Ritratto di viaggiatrici solitarie


Io viaggio da sola
Il vento è cambiato. Harley Davidson, sinonimo di ribellione e voglia di libertà, si appresta a lanciare due moto disegnate per le donne. Sella più bassa, manubrio più sottile e look total black ispirato ai cocktail dress di Audrey Hepburn: i nuovi modelli sono lontani anni luce dalle chiassose cromature e dalla crisi di mezza età che finora hanno dominato l'immagine dell'acquirente tipo. Le donne, il mondo se ne sta accorgendo, hanno voglia di andare lontano e accelerano sull'indipendenza. Lo certificano i dati: "Nel 2012, il 30% dei viaggi individuali ha avuto per protagonista una donna, contro il 33% degli uomini", fa sapere un portavoce della US Travel Association. Allora, perché le donne che viaggiano da sole continuano a fare notizia? "Soprattutto nei Paesi dell'Europa meridionale, la donna è associata a un percepito di fragilità e a un bisogno di protezione da parte della figura maschile", risponde Francesca Di Pietro, psicologa, travel coach e autore del blog viaggiaredasoli. net. Eppure, le donne con la valigia sono ormai un esercito: nel 1970, l'1% di chi viaggiava per affari negli Stati Uniti era una donna, oggi i business trip sono equamente divisi fra i due sessi, mentre nel Regno Unito le donne pesano per il 40% del totale. Non sono stati solo il lavoro e le possibilità di carriera a moltiplicare gli spostamenti: negli ultimi trent'anni, il mondo è diventato più "accessibile". Dal 1978 a oggi, il prezzo dei voli è calato del 50% e il turismo è diventato un fenomeno di massa. La Grecia, per esempio, accoglieva 33mila turisti nel 1950, quest'anno si prepara a riceverne 18 milioni, tre volte la popolazione della Danimarca. Dunque, si viaggia di più, ma si comincia a viaggiare anche prima dell'indipendenza economica, complici programmi di studio come Erasmus che hanno spinto fuori dai confini nazionali intere generazioni di studenti: secondo le stime, nel 2014 ci sono tre milioni di giovani europei in movimento, una crescita prossima al 1000% rispetto ai 3.200 del 1987. Le ragazze, ancora una volta, sono le partecipanti più entusiaste: nel biennio 2009 - 2010, rappresentavano il 61% del totale.

La famosa domanda
Molte volte, però, occorre che scatti una molla per partire: "Nel mio caso, è stata la separazione, ho prenotato un volo per il Vietnam all'indomani della firma in tribunale", spiega Sarah V., 37 anni, avvocato di Verona. Un'indagine di Tripadvisor conferma: se una donna italiana su quattro dichiara di amare viaggiare da sola, il 15% si muove dopo la fine di una relazione. Chi, dunque, annunciando una partenza in compagnia di se stessa non si è sentita rivolgere la famosa domanda: "Ma vai da sola?". Il tono, a metà strada fra preoccupazione e compassione, è un modo rapido per tastare il polso della società in merito all'indipendenza delle donne. Per Di Pietro, occorre sdoganare la percezione di persona senza alternative: "Più se ne parla, più si eliminano i tabù. Prima, per esempio, si pensava che il viaggiatore solitario fosse uno che se ne stava in camera a mangiare cibo in scatola, oggi viene visto come un esploratore, una persona alla ricerca che ha un punto di osservazione diverso da chi va a Ibiza". Tutto bene, dunque? Fino a un certo punto, perché "Thelma & Louise", raccontando la parabola triste delle viaggiatrici on the road, non hanno aiutato la causa. La percezione di viaggio come sinonimo di rischio continua a essere molto diffusa tanto che nemmeno Julia Roberts, nello zuccheroso "Mangia, prega ama", è riuscita a scalfire quest'idea. "Posto che esistono Paesi che espongono a pericoli maggiori, il viaggio è tendenzialmente considerato più rischioso della vita quotidiana, ma sapersi comportare è una misura necessaria a casa come in viaggio", osserva Di Pietro. La verità è che non esistono dati che confermino una crescita degli attacchi ai danni delle turiste. I casi di violenza in viaggio, piuttosto, hanno molta più eco a livello mediatico, rispetto a quelli più numerosi che avvengono (non di rado) fra le mura domestiche del proprio Paese. Nel 2012-2013, oltre trecento cittadini britannici hanno chiesto assistenza consolare: 138 hanno denunciato una violenza sessuale e 172 una molestia, riferiva poche settimane fa il New York Times. Negli Stati Uniti, nel 2010, sono stati registrati 270mila casi di stupri e aggressioni sessuali. "La prima e unica volta in cui sono stata molestata è stato a vent'anni, durante un viaggio a Messico City. Aver affittato con un'amica una stanza in una zona che la  Lonely Planet definiva "sicura" ci era sembrata una ragione sufficiente per sentirci tranquille", racconta Federica T., 45 anni, giornalista di Milano. "Ricordo lo choc, l'incapacità di urlare e la paura che mi ha attanagliata fino a quando sono salita sull'aereo che mi riportava a casa". Successivamente, per Federica ci sono stati altri viaggi: "Non ci ho più pensato. Probabilmente, l'età mi ha aiutata a contestualizzare e a metabolizzare. Ho continuato a viaggiare e a sentirmi a casa, in ogni angolo di mondo".

Una migliore versione di sé
Alla fine, chi sceglie di avventurarsi in un viaggio in solitaria considera i benefici superiori ai potenziali pericoli: "Viaggiare da soli permette di entrare più facilmente in contatto con altre culture, ma è anche un'occasione per rendersi conto di quanto le persone si facciano in quattro per aiutarti quando serve", conferma da Washington Shannon O'Donnell, classe 1983, viaggiatrice solitaria dal 2008 e blogger, nominata "Traveler of the year 2013" dal National Geographic.

A sdoganare i viaggi in solitaria, infatti, hanno contribuito anche le nuove tecnologie: "I blog e i social media hanno facilitato le cose, perché sono un diario di viaggio aperto, aiutano le persone a confrontarsi, a superare le proprie paure e, se necessario, a sentirsi meno sole lontano da casa", prosegue O'Donnell, il cui blog alittleadrift. com ("un po' alla deriva", ndr) conta una media di 40mila utenti unici al mese. Viaggiare è un'occasione per stare sole con se stesse, per immergersi nella realtà locale, ma è anche un modo per allontanarsi dai copioni della propria esistenza e da quella che O'Donnell definisce "la bolla della propria cultura". "Per me, il viaggio si è rivelata una bellissima scoperta, di me e degli altri. Il silenzio, l'essere soli con se stessi, ti costringono a "lasciare andare" tutto. Piangi, ridi, ti meravigli, senza dover dare spiegazioni a nessuno", racconta Sarah V.  Ancor più di partire, dunque, partire in solitaria è un moltiplicatore della funzione catartica del viaggio: "E' un'esperienza molto forte e può essere uno strumento che, pur non lavorando sulle dinamiche del profondo, aiuta a mettere a fuoco comportamenti che hanno a che fare con l'autostima, l'idea di se stessi, le interazioni sociali e la timidezza", aggiunge Di Pietro. E' per questo che O'Donnell, fresca da un'esperienza in Kenya, Ruanda e Tanzania, conclude: "Viaggiando sono diventata una versione migliore di me stessa".

d.repubblica.it

Anna Fenninger, Biker Girl!


Dopo 7 anni ha riportato la Sfera di Cristallo in Austria, vincendo, nella stessa stagione un oro olimpico in superg e un argento olimpico in gigante: a 25 anni compiuti lo scorso 18 giugno Anna Fenninger è diventata il punto di riferimento per lo sci mondiale, richiestissima in patria, e non solo, dagli sponsor e dai media.
Anna non ha mai nascosto il suo interesse per le moto, ed ecco che è nata una collaborazione con Harley Davidson, la leggendaria 'motor company' fondata a Milwaukee agli inizio del '900, simbolo di libertà, ribellione e spazi sconfinati. Nello scenario alpino di Rohrmoos, nella Stiria, Anna ha realizzato un servizio di cui proponiamo alcuni scatti (fonte: AP).
Dopo un primo raduno atletico a Cipro, e due settimane di vacanze a Bali, Anna è stata impegnata in un secondo raduno a Goldegg cui ne seguirà un terzo a Seefeld a fine luglio. Dal 28 agosto al 20 settembre le velociste biancorosse saranno impegnate per tre settimane di allenamento sugli sci a La Parva, Cile.
fantaski.it




Harley-Davidson LiveWire, Levatich: "Ora faremo moto per tutto il mondo"

Harley-Davidson ha sorpreso il mondo presentando poche settimane fa una moto completamente elettrica, la LiveWire. Secondo il presidente di Harley-Davidson, Matt Levatich, questo modello è solo l’inizio: “Harley-Davidson deve cambiare il modo con cui viene vista nel mondo e creare modelli globali”, rivoluzione in vista per le classiche moto americane? 

In un’intervista al mensile britannico MCN Matt Levatich ha raccontato di come la crisi finanziaria del 2008 abbia ridotto del 40% le vendite del marchio di Milwaukee, calo che ha portato inevitabili conseguenze nelle scelte strategiche. Prima di diventare presidente di Harley-Davidson, Levatich ha lavorato per alcuni anni anche in Harley Europe, nella sede inglese, per poi passare alla direzione di MV Agusta, nel breve periodo in cui la Casa di Schiranna è stata di proprietà americana. Sotto il comando di Levatich, H-D ha deciso di porre al centro delle sue decisioni le opinioni e i suggerimenti della clientela. Ciò ha ridotto notevolmente il tempo necessario al lancio di nuovi modelli e ha modernizzato la gamma attuale. Le tourer del progetto Rushmore, introdotto nel 2013, rappresentano l'inizio di questo processo, che ha visto arrivare per la prima volta in Harley il raffreddamento a liquido del motore. “Nel 2009 la nostra strategia è completamente cambiata”, ha detto Levatich, “La perdita del 40% delle nostre vendite è stata un ottimo stimolo a migliorare: LiveWire è un progetto completamente nuovo, ed è una dimostrazione di ciò che Harley-Davidson può fare. Siamo una grande azienda con molte tecnologie avanzate sulle nostre moto. Come i Gps a comando vocale sulla Street Glide, o il sistema di frenata combinata”. È un cambiamento di atteggiamento che Levatich ha imposto: “Dobbiamo passare dalla domanda ‘Perché stiamo facendo questo?' a ‘Perché non fare questo?’”, precisa il presidente, “LiveWire è qualcosa di completamente nuovo e questo è solo l'inizio della prossima fase del futuro di Harley-Davidson. È il prodotto più audace e innovativo da quando la società fu costituita nel 1903, ed è solo l'inizio del futuro per noi. Dobbiamo cambiare la percezione della gente di ciò che è Harley-Davidson. Abbiamo fatto moto per gli americani, e ci è capitato di venderle in tutto il mondo. Ora faremo motociclette globali per tutto il mondo”. Nel 2015 sono in arrivo la Road Glide, la Street Glide Ultra Limited, e un nuovo trike, che inSella.it ha anticipato in questo articolo.
 - See more at: http://www.insella.it

Harley-Davidson presenta la Vintage Oil Can

Harley-Davidson celebra il passato proponendo una novità, la leggendaria latta d’olio di Milwaukee utilizzata da meccanici e appassionati di tutto il mondo dal 1935 al 1957. In edizione limitata, la Vintage Oil Can contiene l’attuale e apprezzato olio H-D 360 Motorcycle Oil. In questa versione speciale, la consueta confezione di plastica ergonomica è stata sostituita dalla più classica latta di metallo nei colori Harley-Davidson.
L’olio originale H-D 360 è stato sviluppato e testato appositamente per il bicilindrico americano. La sua speciale formula contribuisce a prevenire l’usura del motore e a mantenerlo più fresco, pulito e privo di residui, scorie di vernice e corrosione.
La Vintage Oil Can può essere utilizzata in tutti i motori raffreddati ad aria oppure, per gli amanti del collezionismo, entrare a far parte dei cimeli e dei ricordi da tenere in garage o in casa.
L’articolo Vintage Oli Can, in edizione limitata, è distribuito in esclusiva presso i concessionari ufficiali della rete Harley-Davidson, fino a esaurimento scorte.
Prezzo: € 15,00 Iva inclusa
H.D.Canwithbike 
inmoto.it

martedì 22 luglio 2014

Live 09 @Motoraduno Harley Davinson Desio 26 Luglio 2014

Sarà un serata da sballo !!! tanto rock e divertimento birra panini salamelle e tante tante belle Moto Vi aspettiamo Numerosi!!! Accesso Bikers da Via Giuseppe Parini, ingresso pedonale Da via Agnesi oda Via Serao Matilde SI RICORDA CHE IN CASO DI PIOGGIA L'EVENTO SI FARA' LO STESSO ( EVENTO AL COPERTO !!!!!!!!!!!!!!!!)

 

lunedì 21 luglio 2014

Tri Glide Ultra - L'Harley Davidson più grande mai prodotta (video)

Non è un'automobile e nemmeno una vera e propria motocicletta. Si chiama Tri Glide Ultra ed è l'Harley Davidson più grande mai prodotta. Segni particolari? Tre ruote, ampio portabagagli posteriore, radio, navigatore satellitare con touch screen, retromarcia, bluetooth, presa usb, riproduttore mp3, vivavoce, riconoscimento vocale in sei lingue, 4 altoparlanti da 25 W e, soprattutto,  il classico e inconfondibile suono del motore "103" da 1.690 c.c. Esagerata? Sicuramente. Emozionante? Ancora di più. In un'epoca di crisi la Harley-Davidson Tri Glide Ultra può apparire il superfluo del superfluo, ma provarla e macinare chilometri standovi in sella ci fa convincere del contrario.Il prezzo? Dai 36800 euro della entry version ai 38500 della custom color.

Merle Haggard - Motorcycle Cowboy (video)

Grande successo per il motoraduno delle Harley Davidson

REDAZIONE TRANIVIVA

Lunedì 21 Luglio 2014 ore 7.47
La sera del 18 luglio 2014, nella bellissima cornice del porto di Trani, si è svolto un altro grande evento per gli appassionati delle due ruote. "L'invasione pacifica" è il nome che gli organizzatori, tre "harleysti" tranesi, con il sostegno della Harley Davidson di Bari e con la collaborazione dell'Associazione Culturale "Piazza 2.0", hanno attribuito al motoraduno "Harley", che ha visto numerosi biker giungere da ogni parte della Puglia e persino dalla Campania.
Trani si rivela, ancora una volta, e a pochi giorni dal tour organizzato dalla redazione di "Motociclismo" per il 100° anniversario dalla sua nascita, un incantevole salotto e luogo davvero ospitale per gli appassionati delle due ruote. Circa una settantina di centauri, dopo avere percorso a passo d'uomo il lungomare della cittadina tranese, con l'inaspettato seguito di decine e decine di curiosi e di "gregari" in sella alle più disparate marche di moto, dalla nostalgica "Vespa 50 Special" alla più performante "Monster" della Ducati, sono giunti in piazza Quercia, dove ad attenderli, trionfanti, oltre ai biker giunti in precedenza, c'era una folla degna delle più grandi manifestazioni popolari. Nell'udire il lontano ed inconfondibile rombo delle Harley, la gente, prima assiepata lungo tutta via San Giorgio e piazza Quercia, si è letteralmente catapultata sul punto della strada dove, nel buio della sera lambito dalla luce dei lampioni e delle insegne luminose, ha potuto assistere all'arrivo di quel considerevole numero di "invasori pacifici". L'entusiasmo era palpabile. Dopo avere parcheggiato i preziosi "gioielli", nessuno mai uguale all'altro, lasciando che i flash delle macchine fotografiche di curiosi e turisti ne catturassero i dettagli, alcuni dei motociclisti si sono dedicati alla visita del centro storico, ammirando i meravigliosi scorci e le incantevoli architetture del duomo, del castello federiciano e delle sinagoghe del quartiere ebraico; altri, invece, hanno preferito confrontarsi con gli amici biker, illustrando le ultime "novità" apportate alle loro "custom", lasciandosi, spesso, distrarre dalle domande rivolte loro dai tanti curiosi.

Al termine della lunga serata, la cui perfetta riuscita è stata anche garantita dalla professionalità dei volontari di "Trani Soccorso", dopo una rigenerante cena in un caratteristico ristorante sul porto e il fraterno congedo dagli amici biker tranesi, "i pacifici invasori" hanno ripreso la via del ritorno, promettendo, ammaliati dalla bellezza della città e spronati dal fervore della gente, di ritornare ancora più numerosi.

Dalla Sardegna a Capo Nord in sella a una Harley Davidson - Cronache dalla Sardegna

Dalla Sardegna a Capo Nord. L'ultima impresa di due harleysti sardi. Enrico Carta e Tore Stara del Quattromori Sardinia Chapter, club ufficiale Harley Davidson, partiti da Cagliari il 13 Luglio sono arrivati ieri dopo una settimana di viaggio e 4.800 mila km a Capo Nord in Norvegia. In sella alle loro Harley Davidson hanno percorso 700 km al giorno, attraversando 8 stati per arrivare sul tetto d'Europa e sventolare la bandiera del Quattromori Chapter. Emozione e commozione al loro arrivo "Siamo arrivati tutto bene" hanno detto al telefono al Direttore del Chapter Ezio Gola. Il loro proseguirà nei prossimi giorni per fare rientro in Sardegna. Ad attenderli altri 4.800 km
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- unionesarda.it

Abbigliamento: Guanto Alpinestars Atacama Air Gloves

Atacama Air si propone come guanto ideale per la guida estiva su strada: è flessibile e leggero, con dorso in mesh 3D per garantire una buona ventilazione e rinforzi strategici nelle aree critiche

Caratteristiche principali
Struttura principale multi-pannello leggera, con palmo in cuoio e mesh 3D per offrire durata, resistenza all’abrasione e traspirabilità.
Rinforzi in pelle sul palmo per una maggior resistenza all’abrasione.
Pannello in Clarino attorno al pollice per offrire un ulteriore strato di rinforzo.
Le zone a rischio sono rinforzate e dotate di imbottitura in schiuma EVA per un miglior assorbimento degli urti.
Pannelli scolpiti in TPR 3D su nocche e polpastrelli offrono protezione dagli impatti.
Lati dita realizzati in tessuto elasticizzato per migliorare il feeling del guanto e ridurre il peso.
Estensioni flessibili sulle dita per maggior flessibilità e comfort di guida.
Polsino in Neoprene con chiusura in Velcro per una calzata facilitata e una chiusura più sicura.

Prezzo al pubblico 59,95 Euro.
 
Moto.it

 

2014 Harley-Davidson FLHX Street Glide review

It might be Harley's most popular model, but the FLHX Street Glide also has a few compromises, not to mention a high price 

It’s easy to understand why the Street Glide has been Harley Davidson’s top selling motorcycle worldwide in recent years, even if we parsimonious Brits have bought more of the cheaper 883 Sportster models. With its exposed V-twin engine, “bat-wing” handlebar fairing and solid panniers, the Street Glide combines classical Harley style with useful levels of comfort and practicality.
And Harley has not rested on the Street Glide’s success. For 2014 it’s updated as part of a major overhaul of the touring range, code-named Project Rushmore.
The Glide’s essential look is unchanged but the majority of parts are new, including the fairing, which keeps its distinctive shape but incorporates a new duct that channels air behind the low screen, to reduce turbulence. Parts including wheels, instruments, hand controls and luggage are redesigned.
Unlike the giant Electra Glide Ultra Limited, the Street Glide doesn’t use Harley’s new, partially liquid-cooled engine, partly because the lack of fairing lowers means radiators can’t be hidden in similar fashion.
Instead it’s powered by a 1,690cc air-cooled unit that Harley calls its High Output Twin Cam unit, and which uses new camshafts and airbox to produce roughly five per cent more power than the previous model, with the biggest gain at low revs. 
in: http://www.telegraph.co.uk

Manuale di resistenza motociclistica: La moto D.O.C.

Sarà il caldo, sarà il fatto che si avvicina la scadenza del bollo, oppure sarà che a furia di stare in garage i vapori di benzina mi danno alla testa. Un pensiero mi ha sfondato il cranio come una biella il carter dopo un epico fuorigiri

 

Sarà il caldo, sarà il fatto che si avvicina la scadenza del bollo, oppure sarà che a furia di stare in garage i vapori di benzina mi danno alla testa, ma analizzando i dati di mercato moto e scooter del mese di giugno 2014 un pensiero mi ha sfondato il cranio come una biella il carter dopo un epico fuorigiri: l’industria motociclistica italiana arranca; magari non nei numeri di vendita nudi e puri, ma nella sostanza. Vedo aziende storiche in crisi nera o decotte a causa di un mercato interno che stenta a crescere e a rialzarsi dopo una durissima crisi. Non mancano i motociclisti, ma i denari.
Siamo in una situazione difficile, come dopo un terremoto o un’alluvione, ed è il momento di fare resistenza: non è detto che non ci si possa guadagnare tutti. Senza industria motociclistica italiana e il suo indotto, niente moto appassionanti e anticonformiste, niente gioielli della tecnica che anche se non puoi comprarli ti servono a sognare, a mantenere viva la passione, ad accontentarti della tua moto “un po’ così”, magari già alla seconda revisione ma che ti tiene attaccato al mondo del vento in faccia.

Qualcosa si deve fare, anzi: chi governa deve agire! Nel Bel Paese vantiamo alcuni tra i migliori team di progettisti di moto (il migliore al mondo è andato di recente a fare un intervento in garanzia alla F4 serie oro di Dio, non credo tornerà presto), un’ottima manodopera specializzata, le menti che escono dalle nostre università sono preparatissime, la fantasia e la creatività dei nostri designer è universalmente apprezzata, i team di collaudo delle case motociclistiche sanno il fatto loro e negli ultimi 25 anni non ricordo una moto italiana decisamente “sbagliata” sotto il profilo della guidabilità. Insomma le moto non solo le sappiamo fare, ma spesso le facciamo meglio degli altri. Per questa ragione le nostre motociclette sono apprezzate all’estero nei mercati “premium”, per non parlare di tutto l’indotto che rappresenta una punta di eccellenza della produzione industriale nazionale e che conferisce al prodotto “fatto in Italia” un fascino – e un prezzo – particolare, del resto la scritta “Made in Italy” apposta sulla motocicletta, sull’accessorio o sull’abbigliamento tecnico continua ad essere un insostituibile valore aggiunto.
A questo punto la domanda è: comprereste una BMW GS 1200 fatta in Corea? Non penso. Al contrario, un’ipotetica Casa asiatica troverebbe un beneficio in termini di immagine e certamente di vendite se producesse motociclette in un Paese dove notoriamente le moto sono fatte molto bene, per il solo fatto che le sue motociclette (o gli scooter) verrebbero costruiti in un Paese con una forte tradizione nella produzione motociclistica e garanzia di qualità. In altre parole, se gli fosse consentito di scrivere sulle proprie motociclette “Made in Italy”, l’ipotetica casa asiatica migliorerebbe sia il prodotto (perché meglio costruito), sia la sua immagine (perché i suoi mezzi sarebbero costruiti in un luogo notoriamente a spiccata vocazione motociclistica), sia le vendite (come risultato complessivo), ma per fare ciò dovrebbe evitare l’aumento dei prezzi di vendita, ovvero dovrebbe produrre più o meno agli stessi costi di produzione asiatici.

Questo discorso è valido, con aggiustamenti, anche per marchi che magari producono già in Europa ma che potrebbero beneficiare del forte ritorno di immagine nell’avere il marchio “Made in Italy” nelle proprie motociclette costruite/ progettate/collaudate in stabilimenti Italiani. Non si tratta di svendere il nostro prestigio nazionale ma di creare una vera e propria marchiatura “D.O.C.” per le motociclette costruite seguendo canoni di competenza, capacità e anche di creatività che nessun altro paese al mondo può vantare.

Per fare tutto questo sarebbe necessario che il Governo, un ipotetico Governo, creasse una o più zone in Italia dove le industrie estere che venissero a progettare/produrre avessero garantiti costi di produzione assimilabili a quelli asiatici, risultato ottenibile istituendo delle “Free Zones” all’interno delle quali la pressione fiscale sarebbe pari a zero.

Siamo in una situazione difficile, come dopo un terremoto o un’alluvione, ed è il momento di fare resistenza: non è detto che non ci si possa guadagnare tutti. Senza industria motociclistica italiana, niente moto appassionanti e anticonformiste, niente gioielli della tecnica che anche se non puoi comprarli ti servono a sognare, a mantenere viva la passione
È molto semplice: una Casa motociclistica decide di venire a produrre da noi per apporre il marchio “Made in Italy” sulle proprie motociclette, fonda uno stabilimento di progettazione/produzione, assume un certo numero (maggioritario) di lavoratori locali contrattualizzati secondo le leggi italiane, compra la maggior parte dei semilavorati e della componentistica da industrie italiane (decretando così una inoppugnabile italianità del mezzo) e per cinque anni non paga né tasse sul reddito, né contributi previdenziali ai lavoratori italiani assunti, che non vuol dire soltanto non sborsare denaro ma anche evitare l’aggressiva burocrazia italiana, primo spauracchio per molti investitori esteri. L’assenza di fiscalità diretta potrebbe tranquillamente equiparare i costi di produzione delle Free Zones a quelli asiatici ma, anche se non fosse così, l’incremento delle vendite e il miglioramento di immagine sarebbe da solo bastevole a giustificare per la Casa straniera l’investimento nel territorio Italiano.
Anche già affermate Case europee (o comunque che producono moto ad alto valore aggiunto) avrebbero vantaggi in termini di immagine e di costi di produzione nel produrre/progettare in Italia nelle Free Zones. Pochi marchi potrebbero non essere interessati a questa proposta, come per esempio Harley-Davidson, radicatissima nella propria terra di origine e la cui provenienza geografica è essa stessa un tratto indistinguibile del loro prodotto, ma se pensiamo che la nuova Harley-Davidson Street 750 è prodotta in India…

In questo modo, l’aumento dell’occupazione sarebbe a costo zero per l’erario. Il solo gettito IVA generato dall’acquisto dei semilavorati e della componentistica sarebbe enorme. Il reddito generato da molti posti di lavoro in più rispetto alla asfittica situazione odierna potrebbe far fare un balzo in avanti al nostro PIL con benefici trasversali a tutta l’economia, la moto guiderebbe la ripresa e chissà che non si venda pure qualche motocicletta in più! Dopo cinque anni si potrebbe rimettere tutto in discussione, modulando il sistema e correggendone gli effetti.
C’è un però: come placare le ire delle Case motociclistiche italiane che vedrebbero come una forma di concorrenza sleale le facilitazioni per le industrie straniere nelle Free Zones e, inoltre, potrebbero temere il rafforzamento dei loro concorrenti esteri? Semplice: con la totale detassazione degli utili reinvestiti in ricerca, sviluppo e beni strumentali, così le Case Italiane potrebbero mantenere la loro leadership tecnologica e creativa e non rinunciare alle proprie quote di mercato, soprattutto nei segmenti a più alto valore aggiunto; quest’ultimo provvedimento sarebbe anche una mano santa per le piccole Case motociclistiche italiane, che potrebbero puntare ancora di più sull’eccellenza e sulla tecnologia senza alzare i prezzi di vendita; si creerebbe una bella concorrenza sul mercato italiano e i benefici sarebbero girati all’intera comunità.

Su questa farneticante proposta ci sarebbero da proporre tanti distinguo, perché, come e quando. Avremo, se vorrete, tutto il tempo per parlarne ma questa, fratelli e compagni di moto e polvere, è l’unica possibilità di rinascita per la nostra economia motociclistica che mi viene in mente in un mercato che stenta a crescere, sono pronto a modificarla però fatene buon uso: un uso rivoluzionario, un uso consapevole e moderato, perché le idee strane a volte funzionano ma vengono sempre viste con sospettosa diffidenza dai poteri forti e dalle consuetudini.

C’è caldo, il mio garage è distante dal mare solo pochi chilometri e penso che sia venuto il momento di un po’ di sole in spiaggia: se vicino a voi vedete un bagnante col volto celato da un passamontagna nero, fate finta di nulla: eviterete il rischio di essere presi per rivoluzionari e anche voi sospettati, controllati, diffidati e costretti a rintanarvi nella stessa umida trincea dalla quale io lancio i miei utopistici proclami. Ma se proprio volete rischiare, nel mio garage c’è posto. Hasta la manetta siempre!

A.Seeger
Moto.it

Il 20 luglio 1931 Harley-Davidson decise di produrre un veicolo a tre ruote


Il 20 luglio 1931 Harley-Davidson decise di produrre un veicolo a tre ruote che debuttò l'anno successivo con la Servi-Car. 

https://www.facebook.com/HarleyDavidsonItalia/photos/pb.116086248456956.-2207520000.1405895022./747397301992511/?type=1 

domenica 20 luglio 2014

A vincere fu Lammy Johnstone con una Harley Davidson

Settantasette chilometri e 210 metri di percorrenza media con un litro di carburante su un percorso stradale di 247,84 km. È l’incredibile consumo fatto segnare dalla moto vincitrice della Vetter Fuel Challenge, una gara destinata alle due ruote a motore che consumano meno. Moto dal design particolare, ma in grado di portare due persone e anche dei bagagli. 
 
le origini — Alla prima edizione del Craig Vetter Fuel Economy Contest, il 23 agosto 1980 a Colorado Springs (Usa) si presentarono 4 mila motociclisti. A vincere fu Lammy Johnstone con una Harley Davidson con cui percorse 41,62 km con un litro. Lei, come gli altri, fece buona parte del percorso con la marcia più alta. Fin dalla seconda edizione, iniziarono a comparire soluzioni aerodinamiche più ardite: dalla carena anteriore modello Gilera-4 (moto che vinse il Mondiale negli anni Cinquanta) a quella posteriore, per facilitare lo scivolamento dell’aria. La gara proseguì con cadenza annuale fino al 1985, poi venne abbandonata. Un quarto di secolo dopo è stata riesumata, conservando lo scopo originario: percorrere più strada con meno apporto energetico. 
la formula — Le regole odierne sono complesse: anzitutto, le moto in gara devono essere in grado di raggiungere i 110 km/h e di viaggiare a 50 km/h con il vento a sfavore, garantendo massimo confort al guidatore e trasportando 4 sacchetti (quelli tipici americani, di carta) della spesa. Per di più il bagaglio deve essere caricato entro 45 secondi: questo per evitare che qualcuno si inventi soluzioni troppo ingegnose ma poco pratiche. La gara è disputata su strade aperte al traffico perché lo scopo della competizione è migliorare le prestazioni di veicoli reali. Ed è questa una delle ragioni dell’utilizzo dei bagagli: secondo gli organizzatori, infatti, a metà Novecento le moto erano più usate perché si prestavano a trasportare bagagli, cosa quasi impossibile oggigiorno. Al via, davanti a tutti si posiziona l’apripista per impostare il ritmo, e anche le variazioni, mentre in coda c’è l’ultimo designato. Tutti i concorrenti devono mantenersi tra i due, pena la squalifica.
i vincitori — La gara della settimana scorsa si è disputata in Ohio, con destinazione la Hall of Fame della AMA. A vincere è stato Alan Smith con una Kawasaki Ninja 250 del 2005 adattata con parti aerodinamiche Vetter: queste soluzioni, in fibra di carbonio permettono di raddoppiare la percorrenza di una moto di 20-25 Cavalli che viaggia a 105 km/h. Per percorrere 247,84 km Smith ha consumato la miseria di 3,21 litri, spendendo quindi solo 2,85 dollari di carburante. Secondo, nonché primo dei carburanti alternativi, si è piazzato Fred Hayes, con una steamliner biodiesel di sua fabbricazione: per lui 3,27 litri di consumo. Non è invece riuscito a concludere ma ha fatto segnare una prestazione inattesa la moto elettrica del professore Richard Goff: 223,7 km percorsi prima di fermarsi. Prossimo appuntamento il 29 agosto, sul lago salato di Bonneville.
 Giovanni Cortinovis - gazzetta.it

Deceduto uno dei due harleysti

Non ce l'ha fatta il 72enne

Non ce l'ha fatta uno dei due uomini coinvolti in un incidente a bordo delle loro Harley Davidson a Château-d'Oex ieri pomeriggio.
Il 72enne, domiciliato nel canton Losanna, è infatti deceduto in mattinata.
Fra le altre persone coinvolte, l'altro motociclista, un 67enne, è ancora in gravi condizioni, mentre il conducente del mezzo agricolo è sotto shock ma non ha riportato ferite.
Redazione | 20 lug 2014
ticinonews.ch

San Giorgio la Molara Run del Paesello: Harley, musica e una proposta di matrimonio chiudono il raduno del Bologna Chapter

Run del Paesello: Harley, musica e una proposta di matrimonio chiudono il raduno del Bologna Chapter
Si chiude così la VII edizione del Run del Paesello il raduno di Harley Davidson a San Giorgio la Molara. Per gli oltre 100 bikers del Bologna Chapter anche quella 2014 è stata un'edizione indimenticabile.

Seconda giornata nel Sannio che si è aperta in maniera insolita: al camping del Paesello, infatti, è andato in scena l'alza bandiera. Un momento “insolito” per i motociclisti che subito dopo sono tornati alle vecchie abitudini, montando in sella alle loro Harley per un run del Fortore. Corsa che si è conclusa come di consueto al lago si San Giorgio la Molara. Lì ad attenderli un banchetto tra la natura ed un concerto di percussionisti.

Momento di clou di giornata, la grande festa di chiusura della VI edizione alla Taverna del Marchese. Una serata di allegria per stare insieme, giovani e veterani, e per raccontarsi le emozioni di una due giorni davvero speciale.

Ma il Run del Paesello non finisce mai di stupire e le notti magiche del Fortore hanno regalato una sorpresa particolare ai bikers presenti: dopo aver incantato tutti con le sue rime, il rapper Kaos One ha lasciato tutti senza parole.

Dopo c'è stato spazio solo per i festeggiamenti e il divertimento. Tutti in pista a ballare per salutare la VII edizione del Run del Paesello che finisce qui, anzi - come ripetono con tutto il fiato che hanno i Bikers del Bologna Chapter – non finirà mai. E allora appuntamento al prossimo anno.
ntr24.it

MOTORADUNI: CASONI BIKERFEST ATTO 4° 2014 (Reggio Emilia)


Nome: CASONI BIKERFEST ATTO 4° 2014
Categoria evento: Motoraduni
Organizzato da: LOWLANDERS MC REGGIO EMILIA
Paese: ITALIA
Luogo: CASONI DI LUZZARA
Provincia - Regione: RE (Emilia-Romagna)
Data evento: 26 Luglio 2014


Week end di motori Oltre 100 Harley Davidson invadono San Giorgio la Molara per il VII Run del Paesello

Oltre 100 Harley Davidson invadono San Giorgio la Molara per il VII Run del Paesello
Da Bologna a San Giorgio la Molara, per oltre 600 km e circa 6 ore di percorrenza 130 bikers a bordo della propria Harley Davidson sono giunti ieri nell'incontaminato paesaggio del fortore per celebrare il VII Run del Paesello organizzato dal “Bologna Chapter” sotto la spinta di Bruno De Vizio, un sangiorgese d'origine ma da anni bolognese d'adozione.

Il rombo eccitante del motore è riecheggiato per le strade generalmente silenziose del Sannio e del Fortore a partire da ieri pomeriggio quando le 100 Harley Davidson, alle 17, hanno attraversato Pietrelcina per raggiungere San Giorgio la Molara, dove è cominciato il raduno dei bikers che rimarranno nel paesello fino a domani 20 luglio.

L'arrivo è stato festeggiato con un primo run nelle strade di San Giorgio la Molara, un modo per salutare il luogo che ormai per molti di questi bikers è la loro seconda terra dove trovano accoglienza sempre più ampia e calorosa.

Una cena in piazza a base di prodotti tipici locali con protagonista un intero giovane vitello allo spiedo, musica e balli rock e fiammate artificiali hanno creato l'atmosfera giusta per raccogliere le forze e le energie ma soprattutto è stata l'occasione per gli amanti delle due ruote di confrontarsi sulle loro emozioni. Perché quello del “Bologna Chapter” non è solo un gruppo di motociclisti ma una vera famiglia allargata che fa della vita sulle due ruote un “way of life”.

Una vita on the road basata sulla filosofia della fratellanza, dello spirito di corpo che unisce i membri con l'orgoglio di indossare i colori del club motociclistico. Dal director al past director, dai no patch team ai “buoni da niente” sono tanti i ruoli all'interno del gruppo che si consolida anno per anno e che fa della moto uno strumento per vivere forti emozioni. 


FONTE: http://www.ntr24.tv/it/news/Fortore/oltre-100-harley-davidson-invadono-san-giorgio-la-molara-per-il-vii-run-del-paesello.html

Fine di un mito o nuova evoluzione? La Harley Davidson è elettrica!

Ha 111 anni ma non ha alcuna intenzione di andare in pensione. Non parliamo di qualche vecchietto arzillo, ma della mitica Harley Davidson; anzi, scopre pure una nuova vena ecologista, dotandosi di un modello COMPLETAMENTE ELETTRICO.



Si perde il fatidico rombo che ne ha fatto un tratto indistinguibile, ma fa guadagnare tanto all’ambiente
Per l’aspetto tecnico, la nuova Harley avrà bisogno di un pieno di elettricità per poter percorrere ben 160 km. Ha in dotazione un motore trifase erogante 74 cv e 70 Nm di coppia in grado di offrire un’accelerazione da 0 a 100 in meno di 4 secondi per una velocità massima di circa 150 Km/h e una potenza di 74 hp.
Il mito americano versione green inizierà il giro promozionale che farà tappa in oltre 30 concessionari sulla celebre Route 66, per poi approdare in Canada e in Europa. Speriamo di vedere questa nuova Harley Davidson elettrica anche in Italia.

FONTE: TUTTOGREEN.IT

Comitato Bikers FMI



 Comitato Bikers FMI Riduci
Che cos’e il Comitato Bikers FMI : il progetto è nato nel 2010 ed è stato annunciato da FMI  per la prima volta all’ EICMA di Milano,nell’ottobre dello stesso anno. Il progetto stesso parte dall’esigenza di dare una giusta collocazione e dignità alle componenti federali che si ispiravano alla tradizione biker, alle moto custom, al particolare modo di abbigliarsi e ai rituali derivati dal costume motociclistico prima americano e poi dagli Stati Uniti esportato in tutto il mondo; ma soprattutto alla filosofia di vita dell’ambiente biker, con ideali di fratellanza ,di libertà e di rispetto reciproco e con un forte spirito aggregativo, che si realizza in momenti di festa e di ritrovo collettivo.
Ritenendo che questo modo di andare in moto e di percorrere grandi distanze per raggiungere le mete determinate fosse una delle varie sfaccettature del mototurismo, il Coordinatore della C.T. Mario Alberto Traverso, forte dell’esperienza maturata nella regione Piemonte –prima coalizione tra i moto club del settore bikers,riuniti in un “patto di intesa”- volle inserirli in un contesto a loro riservato, dando loro la possibilità di autodeterminare il regolamento di gruppo e gli strumenti per poter attuare le loro attività istituzionali.
Nel gennaio del 2011 viene indetta la Costituente Bikers FMI, con lo scopo di riunire i moto club FMI che avevano dimostrato interesse per il progetto, in modo da stilare il regolamento, scegliere i simboli e nominare i Referenti Regionali capaci di portare sul territorio questa nuova modalità per essere riconosciuti “bikers” all’interno della Federazione e al di fuori della medesima.
Il 21 gennaio 2011 si realizza, a Verona, nel contesto del Bike Show , questo sogno e si mettono le basi per la creazione del Comitato Bikers FMI, con la struttura organizzativa estesa a tutto il territorio nazionale, basata su di un Capo Progetto, un Coordinatore Nazionale e quindici Referenti Regionali; un regolamento approvato dal Consiglio Federale FMI, un simbolo per essere individuati e riconosciuti dalle componenti bikers esterne alla FMI : la toppa biker FMI,da portare con orgoglio sul proprio gilet insieme al simbolo del proprio moto club di appartenenza.
Qual è la realtà attuale del Comitato Bikers FMI : All’inizio dell’anno 2012 e precisamente ancora a Verona al Bike Show,occasione per la consegna delle toppe e per tracciare un bilancio di un anno di preparazione, i moto club aderenti si sono contati: 68 moto club o sezioni di essi, presenti in 18 regioni italiane. Molti i moto club che, dopo Verona, hanno chiesto di aderire e stanno facendo il percorso di avvicinamento al Comitato Bikers FMI.
Le attività del Comitato Bikers FMI : Stilare un calendario unico  degli eventi organizzati dai moto club aderenti al Comitato, a cui la Commissione Turistica ha riservato la possibilità di organizzare le così dette “Feste Bikers” ; essere presenti con una rappresentanza istituzionale ai principali eventi del mondo custom e bikers,in Italia e all’estero; regolamentare le attività e i rapporti con le componenti esterne non federali del mondo biker, nel pieno rispetto dei rispettivi diritti di libertà di essere e di esprimersi .
Cosa comprende questa sezione : Agendo sui rispettivi pulsanti, potrete trovare :
  • Elenco dei Referenti Regionali del Comitato Bikers FMI
  • Elenco dei Moto Club FMI aderenti
  • Calendario degli eventi bikers FMI per l’anno 2012
  • Regolamento del Comitato Bikers FMI
Per informazioni e contatti :  scrivere a : bikers@federmoto.it  ; telefonare a : Ufficio Turismo FMI : 06/32488250  fax.: 06/32488250 ;
Responsabile del progetto: Damiano Zamana , tel.cell.re : 340.2469740